Il 19 aprile quando mi sono svegliato la colonnina del termometro segnava 0,5 gradi. Erano circa le sei del mattino. “Le vigne hanno le orecchie basse” ha detto Giacomo, il nostro storico collaboratore, tornando dai vigneti. La temperatura stava scendendo e le vigne stavano gelando. Era il giorno di quell’ondata di freddo terribile che ha colpito la Franciacorta e molti altri territori del nord Italia. Un fenomeno nuovo – che non eravamo preparati ad affrontare – e lontano perché non si era mai verificato a memoria d’uomo nelle nostre zone.

Ma perché è successo proprio a noi?
Perché i nostri vigneti sono nella zona più fredda della Franciacorta, fuori dall’anfiteatro morenico. Senza protezioni naturali, sono stati colpiti dall’aria fredda scesa dalle Prealpi. Da una prima stima oltre la metà degli appezzamenti è stata toccata dall’ondata di gelo. I vigneti più colpiti (Larga Sud, Larga Nord, Travaino, Tesa) hanno subito un danno apparente del 90%, mentre parlando di vitigni Pinot nero e Pinot bianco hanno subito in percentuale più danni dello Chardonnay. Alla prima sensazione di impotenza è seguita una fase di analisi per capire cosa fare: abbiamo deciso di rimboccarci le maniche. L’agronomo Pierluigi Donna ci ha consigliato di potare, lasciando solo la gemma di base e così abbiamo fatto, su oltre 20 ettari di vigneto. Sulla pianta, riportata dal gelo indietro di due mesi nello sviluppo vitale, abbiamo lasciato piccoli speroni di mezzo centimetro.

Perché vi raccontiamo tutto questo a distanza di un mese?
Ci è voluto un po di tempo per rendersi veramente conto dell’accaduto, per accettarlo e per decidere, con l’aiuto dei nostri tecnici, la migliore strategia per tentare di limitare il danno. Come sempre saremo onesti fino in fondo e vi racconteremo passo dopo passo lo sviluppo di questa annata che sta ripartendo adesso e che, probabilmente, ci porterà a due vendemmie: una ad agosto e la seconda a fine settembre. Vi spiegheremo le decisioni che prenderemo e continueremo a tenere monitorata la situazione.

Giulio Barzanò